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Dal "Paese di Arlecchino" al "Paese delle rondini"

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Il trillo improvviso del telefono mi aveva indispettito, per trasformarsi in sorriso poco dopo, quando il SI telefonico aveva dato inizio alla Mostra di Pittura da tenere a Mondavio dal 15 al 20 agosto 2005.

Il pittore, o meglio, il Maestro Silvano Caldara, un amico abitante a S.Giovanni Bianco, dopo avergli fatto “vedere” la loro ambientazione nella Rocca Roveresca (1482-92) e la descrizione del paese, a lui sconosciuto, decise di mettermi a disposizione i suoi quadri.

Il mio progetto era quasi del tutto realizzato.

Risalendo la lunga e stretta valle del fiume Brembo, quasi una gola con i paesi attorno al suo greto dove si allarga, si incontrano i luoghi della nascita della maschera medioevale di Arlecchino, dal vestito a pezze dai mille colori, la “Terra di Arlecchino”, S.Giovanni Bianco.

Il viaggio in auto, con i quadri esposti, si svolgeva quasi tutto in autostrada e senza incontrare alcun problema, a sera si concludeva nel luogo di destinazione sotto un allegro e vivace acquazzone, anche se non proprio simpatico.

In alcuni periodi dell’anno se la sera vi fermate a guardare la suggestione della Rocca, colorata dal tramonto, potrete ammirare stormi di rondini che si tuffano verso la sua base o le vette più azzurre del cielo, mentre lanciano i loro richiami e giocano attorno alle mura di “Mons Avium”, Mondavio.

Allestita la mostra, esponendo i quadri con l’aiuto di Vittorio ed Emanuele mondaviesi, si poteva finalmente aprire la porta della Saletta Sforzesca, consentendo che le persone entrassero a guardare, chiedere, ammirare, parlare di pittura a seconda delle proprie sensazioni e documentarsi sul Pittore.

La giornata di apertura ha coinciso con quella di chiusura della Rievocazione Storica: Caccia al Cinghiale, tenuta a Mondavio.

Una delle più antiche Rievocazioni storiche delle Marche, con manifestazioni di teatro rinascimentale, sbandieratori, tiri all’Arco ed alla Balestra Manesca, gastronomia ed altro.

Per concludere, a tarda serata, con uno spettacolo pirotecnico e la simulazione dell’incendio della Rocca assalita, con una partecipazione di pubblico notevole ed entusiasta per tutta la durata della manifestazione dal 13 al 15 agosto.

Sia il giorno della rievocazione storica sia quelli successivi moltissime persone hanno ammirato i quadri esposti, la frettolosa occhiata, data da passanti all’interno, spesso faceva dire anche ai distratti “belli” e questo li spingeva ad entrare.

Fra i visitatori ci sono stati anche appassionati ed intenditori con cui approfondire e scambiare opinioni, da: Cuba, Cecoslovacchia, Germania , Francia, Finlandia per citare alcuni paesi esteri.

Il Maestro Silvano Caldara è nato nel 1936 a Milano e si è diplomato a Brera (Mi).

Pittore cromatico, disegnatore figurativo, ritrattista e paesaggista, è stato membro di varie associazioni culturali.

Noto anche in Francia, Germania, Svizzera ha esposto in parecchie città italiane ed estere.

Ha ricevuto premi sia in Italia sia all’estero e molti critici hanno scritto il loro pensiero sulla sua arte.

In particolare, il 15/12/2002, è stato premiato al: <Circolo della Stampa di Milano, Trofeo Internazionale 2002/2003, riservato ai “Grandi Maestri dell’Arte”>.

In questo contesto un critico, consulente e perito d’arte scriveva, su una perizia depositata:

< Diversi critici si sono interessati alla sue opere caratteristiche ed originali. Acquerellista noto, Silvano Caldara, per la sua abilità nel raffigurare la realtà con una innovazione: fa emergere dai suoi acquerelli le immagini che fuoriescono dallo spazio, come se il fruitore dovesse cogliere l’attimo fuggente dai “valori tattili”. E’ anche un abile disegnatore>.

Alla Mostra erano aperti e disponibili alcuni Annuari d’Arte (annuali) ed il Book con fotografie e ritagli di giornali riguardanti alcuni episodi della vita dell’artista.

La firma sul registro dei visitatori è stata spesso abbinata al pensiero generato dall’osservazione dei dipinti.

Alcuni scritti: <-Nature splendide e calde, paesaggi che sembrano uscire dai dipinti. -Ad una persona speciale che riesce a far scaturire emozioni, ero fra le lavandaie del suo acquerello. -Mondo di colori dominanti ad olio e tinte timide ad acquerello, discrete come le nebbie autunnali. -Colori, colori, colori, arcobaleno di colori, un caleidoscopio fissato su tela.>

Per ovvi motivi non cito scritte in tedesco, spagnolo od altro.

I quadri ad olio, dai colori brillanti, rappresentavano la natura mentre quelli ad acquerelli la Milano Antica, inoltre: uno le <Lavandaie che lavano i panni al fiume> ed un secondo le <Teste di Tre cavalli> capolavori e fra i più apprezzati.

Al termine di questo breve racconto oltre al grazie alla ProLoco, a Mondavio ed al Maestro Caldara,la cui disponibilità e lungimiranza ha permesso di ammirare le sue apprezzate opere, voglio citare la Sig.ra Gioacchina Priori, Mondavio 1910 Milano 1975, al cui ricordo lo scrivente ha dedicato la Mostra.

Cesare Del Bosco