Pagina Precedente La televisione e i minori Pagina Successiva

La televisione ha rivoluzionato il nostro modo di vivere fin dalla sua prima apparizione avvenuta nell’ormai lontano 1954.

La televisione ha istruito, informato e ha fatto molto per l’unità linguistica della nazione. Ha riempito molte solitudini, ci ha rallegrato il sabato sera con Canzonissima, ci ha mostrato l’uomo che camminava sulla luna, ci ha fatto vivere il trionfo azzurro ai mondiali di calcio, ci ha fatto provare tante emozioni. Ma non sempre i programmi sono risultati buoni o comunque in grado di proporre certi valori e il rispetto della dignità della persona.

Tutti ce ne siamo accorti ma nulla abbiamo fatto per rimuovere tali anomalie. Per nostra fortuna ci ha pensato, qualche tempo fa, la signora Franca consorte del Presidente della Repubblica. La first lady parlando senza infingimenti e senza mezzi termini ha definito certi programmi :”TV spazzatura”. Poco prima dello scorso Natale, alcuni lo ricorderanno, è stato superato il limite in un programma pomeridiano. E’ accaduto, infatti, che la conduttrice rivolgendosi ad un bambino gli abbia tranquillamente chiesto quale potesse essere il “fidanzato” migliore per la propria mamma. Tutti hanno avuto parole di sdegno per l’incredibile episodio ma nonostante ciò la conduttrice si è giustificata affermando che “il bambino era accompagnato da adulti e quindi tutto risultava in regola”.

Per evitare il ripetersi di simili inconvenienti è stato finalmente varato il nuovo Codice di autoregolamentazione della TV a tutela dei minori. Lo scopo è quello di epurare i programmi dalle immagini di violenza gratuita, dalla pornografia che ferisce l’innocenza, dai modelli diseducativi che prevaricano e in certi casi inquinano la personalità di chi, ancora bambino, non ha la possibilità di interpretare e selezionare.

Tutti i programmi futuri dovranno tenere conto delle indicazioni dettate dal nuovo Codice, tuttavia anche ai genitori sarà richiesto un certo impegno. Dovranno evitare che i loro figli stiano tante ore davanti allo schermo che di fatto, nella maggioranza dei casi, diventa un sostituto della classica baby sitter. Nel limite del possibile dovranno selezionare i programmi senza fidarsi ciecamente di quanto la TV propone. Anche la Chiesa dovrebbe intervenire su questo problema e far sentire la sua autorevole voce.

Se lo Stato rinuncia ad alcuni principi etici importanti, come la tutela dei diritti dei bambini, non c’è da stupirsi che possano accadere fatti terribili come quelli di Novi Ligure e di Leno (BS)

Se intendiamo contribuire a migliorare la situazione tutti dovremmo considerarci in “trincea” e legittimati a chiedere, a pretendere una TV più responsabile, più attenta e più adatta al rispetto della psicologia e della personalità dei bambini.

Marco Fiorelli