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Le cronache di questi ultimi tempi parlano, sempre più spesso, dell’eccessivo consumo di alcol da parte di giovanissimi. Il fenomeno, ormai allarmante per la sua inarrestabile diffusione, pone tutti, genitori, autorità, educatori, ecc. di fronte ad una vera e propria emergenza.

A preoccupare maggiormente gli esperti sono le motivazioni che spingono i ragazzi a bere. Il motivo principale sembra essere la ricerca dello sballo per sperimentare emozioni – limiti e perdere volutamente la coscienza di sé. E’ questa, una “moda” o forse un “assurdo cercare” di non essere diverso dagli amici. Oppure un mezzo per “sintonizzarsi” il più presto possibile con la società adulta. Lo fanno loro perché non posso farlo anch’io? Questa è la risposta che si sentono dare i genitori quando chiedono spiegazioni ai figli.

Se dobbiamo credere alle statistiche c’è davvero fondato motivo di allarmarsi. In Italia si comincia a bere a 11 anni contro la media europea di 13 e i nuovi giovani consumatori sono aumentati negli ultimi tempi del 6%. Un record. Bere prima dei 15 anni quadruplica il pericolo della dipendenza. E’ dunque importante per i genitori comprendere quando è il momento giusto di intervenire.

Certo, non è facile capire che un figlio dal semplice consumo è caduto nella spirale dell’abuso, ma non è impossibile. Occorre essere vigili, mantenere alta la soglia di attenzione. Sapere, ad esempio, che se l’alcol viene assunto in modica quantità può dar luogo ad una maggiore loquacità, mentre assunto in quantità eccessiva causa depressione. Importante è tenersi in contatto con i genitori dei ragazzi che frequentano i nostri figli in modo da realizzare una rete di controllo più efficace.

Poi c’è la scuola. Questo è il luogo che può considerarsi fondamentale per scoprire cosa succede ai nostri figli. Gli insegnanti affermano che il lunedì alcuni studenti sono svogliati, non prestano attenzione o si assopiscono sul banco. Sono, questi, segnali inequivocabili che stanno ad indicare che qualcosa non va.

Pur tuttavia l’iniziativa più efficace per combattere l’uso smodato dell’alcol tra i giovani sono l’educazione, la prevenzione e l’esempio. I genitori devono cercare in tutti i modi di fornire ai figli la capacità critica necessaria per condannare tutti quei modelli negativi in cui crescono e vivono come, ad esempio, certe pubblicità che propongono un modo sbagliato di bere. Il risultato si vede: dalle regioni del nord a quelle del sud è un continuo susseguirsi di bicchieri che si svuotano con troppa facilità.

E’ bene ricordare che il bere è un fatto sociale e che come tale non deve essere demonizzato in toto, ma è altrettanto vero che cadere nel vortice dell’abuso può significare imboccare una strada senza ritorno.

Marco Fiorelli