Lascia un gran vuoto ed un
profondo insegnamento

FANO – Don
Isidoro Subissati è morto. Era una notizia temuta, ma in questi ultimi tempi
prevedibile. Lascia un gran vuoto, ma anche un profondo insegnamento.
Dall’altare era profetico; l’annuncio della Parola era sereno, gioioso
perché era fiducioso dell’amore del Padre. La Fede veniva presentata
sfrondata dalle tante sovrastrutture, storiche e culturali, ancorata
all’amore che il Padre ha verso ciascuno di noi.
Dio è
Padre buono e misericordioso. Si esaltava sempre nel racconto del “figliol
prodigo”. Il Padre accoglie e accoglie con gioia. È la certezza assoluta che
Dio ci ama. Noi possiamo allontanarci da quest’amore, ma Lui è sempre fedele
al suo amore per noi. La bellezza del mondo è dono di Dio; il mondo va
adoperato; Dio ci ha affidato la signoria del mondo…erano questi i temi più
ricorrenti delle sue riflessioni.
Dio va
ringraziato per le cose che sono nel mondo e questo è il modo di rispondere
alla paternità di Dio; la vita eterna inizia con la risposta filiale fin da
questo mondo.
Dall’altare predicava la morte come occasione necessaria per l’adempimento
dell’annunciata Beata Speranza, a conclusione dell’esperienza cosmica, di
un’altra vita misteriosa, ma già promessa in una “chiesa” più grande di
quella di S. Tommaso, “nel posto già preparato”.
La
consapevolezza della sua fine, ormai vicina, si è trasformata in un momento
alto di catechesi.
La
liturgia funebre è stata magistralmente presieduta dal Vescovo Armando che
ha raggiunto i cuori dei partecipanti, non appena ha fatto il suo solenne
ingresso nella Cattedrale preceduto dai numerosissimi confratelli sacerdoti
di tutta la Diocesi. È stato un rito mesto, ma anche fortemente partecipato
e sostenuto da una liturgia consolidata ed essenziale che ha dato coraggio e
serenità a tutta l’assemblea. L’omelia del Vescovo è stata esemplare. Ha
trasformato il rito funebre in un’occasione di riflessione e di crescita
spirituale: le sue parole sono state illuminanti, sigillo del Pastore. Non
sono mancati gli affettuosi riferimenti alla personalità di don Isidoro che
per oltre cinquant’anni è stato rettore della chiesa di S. Tommaso dedicata
all’Adorazione Eucaristica Diocesana.
Fino a due
domeniche fa, malgrado il venir meno delle sue forze, don Isidoro ha voluto
presiedere la liturgia domenicale proponendo ancora profeticamente la Parola
di Dio. La liturgia di sabato 25 ottobre 2008 ha concluso, con grande
dignità, la sua presenza terrena.
Questa
celebrazione si è trasformata in un’occasione di catechesi da parte del
Magistero della Chiesa locale.
Gianni Lamedica