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Pensare agli altri

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Qualche decennio fa il volontariato era pressoché sconosciuto, non se ne parlava, non era oggetto di commenti e attenzioni come lo è oggi. Quel poco che si sentiva dire su questa nobile iniziativa era legato, nell’immaginario dei più anziani, alla partecipazione di alcune persone di buona volontà nelle operazioni di primo soccorso nelle calamità naturali o in qualche conflitto bellico di lontana memoria.

Ora non è più così, o per lo meno non è solo così. Questa parola magica è ormai sulla bocca di tutti. Non passa settimana in cui la televisione, i giornali e quant’altro non si soffermino a parlare del volontariato perché qualcuno, o più spesso un gruppo di persone, è partito per una determinata località e lì si è adoperato nella realizzazione di un importante opera o si è prodigato per alleviare la sofferenza della popolazione disagiata.

 Molta gente ha bisogno di essere aiutata: poveri, malati, anziani, bambini abbandonati e più in generale tutte le vittime di soprusi.

Questo bisogno è sentito ovunque. A migliaia di chilometri dall’Italia come pure a due passi da noi, ma siamo talmente distratti, egocentrici e presi dalla continua ricerca del benessere, che non sempre ci accorgiamo delle disgrazie altrui. E’ qui che occorre intervenire, è qui che il volontariato può esprimere il meglio di sé, è qui che chi desidera dare, può realizzarsi.

Occorre incentivare in ogni modo e sotto ogni forma queste iniziative, sensibilizzare i giovani e metterli nelle condizioni di poter vedere con i loro stessi occhi realtà davvero toccanti.

Far finta di niente, rifiutarsi di credere che esistono situazioni così drammatiche non è bello, non aiuta certo a diffondere l’amore e la pace fra le genti. Dove c’è serenità e lavoro per soddisfare i bisogni più elementari, non accadono quasi mai fatti eclatanti.

Al momento sono migliaia le persone che investono le ore libere per offrire il tempo e il cuore agli altri, ma ne occorrerebbero di più. Queste hanno capito che il prendersi cura di chi è più debole e scorgere in quegli occhi un sorriso fatto d’amore è gratificante. Ciò non è poco, anzi forse è il massimo per chiunque.

 Marco Fiorelli