Fano.
Un altro prete se n’è andato in cielo nel pomeriggio di martedì 12 luglio,
don Mario Gargamelli, un prete conosciuto e amato da molti. Ne fanno fede
tante testimonianze, a cominciare dai manifesti che ne annunciavano la morte
fatti affiggere dai familiari, dalla Curia Diocesana, dalla 2^
Circoscrizione, dal Circolo ricreativo di Via Trave. Riportiamo quello della
Curia che riassume la personalità e la storia di don Mario: “Con vivo
rammarico, il Vescovo annunzia insieme con il clero della Diocesi la
scomparsa del sacerdote Don MARIO GARGAMELLI già primo parroco, per circa un
quarantennio, della Comunità San Pio X in Fano e ora chiamato a entrare
nella Comunità dei Santi.Ben conosciuto dalla gran maggioranza dei cittadini
di Fano, egli ha incarnato nella sua vita la figura classica del pastore
d’anime, attento soprattutto a che nessuno di coloro che gli erano stati
affidati andasse perduto o si sentisse dimenticato. Ai Confratelli nel
Sacerdozio egli lascia l’esempio di una scrupolosa fedeltà agli impegni
assunti con la sua Ordinazione sacerdotale e resta per tutti modello di
straordinaria generosità, discreta però e come dissimulata tra le pieghe
dell’umile quotidianità. Nella certezza che egli già prega per noi,
contraccambiamo con il nostro suffragio la sua carità pastorale”. E
confermano questa stima universale le tante persone che la sera di mercoledì
si sono raccolte nella chiesa di San Pio X per la veglia di preghiera e i
numerosi fedeli che giovedì hanno preso parte al suo funerale sia nella
chiesa molto capiente eppur gremita che quella assiepata attorno al sacro
edificio, sia infine i preti che da ogni angolo della Diocesi e da altrove
hanno concelebrato con il Vescovo Mons. Tomassetti l’Eucaristia di commiato.
Tutti quelli che abbiamo potuto ascoltare per sentirne una risonanza, sia
dalla parrocchia di San Pio X che di quelle dove precedentemente egli aveva
operato – Mondavio, Orciano, Barchi – o anche di altre, hanno messo in
rilievo la generosità e insieme la discrezione di Don Mario, sempre pronto
ad ascoltare, ad incoraggiare, a cercare una soluzione a problemi interiori
e materiali, di singoli e di famiglie. In una parola ha dato l’immagine del
Buon Pastore, Gesù Cristo, che si fa rappresentare ed agisce da uomini come
tutti gli altri, con i loro limiti e difetti. E se dobbiamo sottolineare la
generosità di don Mario, vogliamo anche evidenziarne la discrezione con
un’ultima constatazione: ci è stato difficile rintracciare una sua foto,
perché egli per principio le schivava anche dopo le celebrazioni di prime
Comunioni, Cresime, anniversari di matrimonio.
Un altro aspetto interessante della sua attività
parrocchiale è stata la fiducia nei laici, che sin dall’inizio della
parrocchia di San Pio X egli ha coinvolto nei settori catechetico, biblico,
liturgico, sportivo, caritativo, ecc. e ricordo questa sua frase: “Sono
responsabile di tutto, perciò sono dietro a tutti, ma non posso fare tutto,
lascio che facciano anche gli altri cristiani”. E i frutti di questo modo di
lavorare in una parrocchia nata con lui e che gli cresceva di anno in anno
come un figlio sono stati davvero abbondanti, a cominciare dalle vocazioni
sacerdotali e religiose. Che il suo esempio di cristiano, sacerdote e negli
ultimi tempi anche di malato fondamentalmente sereno e paziente possa
incoraggiare tutti noi alla perseveranza nella fede, al servizio reciproco,
alla pazienza nelle difficoltà.
Silvano Bracci
Da il nuovo amico del 24 luglio 2005
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