di Federico
Talè, assessore ai lavori pubblici e servizi sociali
L ’Unione
è lo strumento che la legge mette a disposizione dei piccoli Comuni per
affrontare alcune difficoltà nelle quali questi sono venuti a trovarsi
negli ultimi anni (in seguito al decentramento amministrativo, alle sempre
più scarse disponibilità economiche, alla maggiore ampiezza e complessità
dei servizi da erogare) e che in futuro potrebbero rendere molto
problematica la possibilità di migliorare, estendere e, in alcuni casi,
continuare ad erogare servizi; tutto ciò proprio quando maggiori diventano
le esigenze sociali (basti pensare all’invecchiamento della popolazione e
alla mutata composizione familiare o alla maggiore sensibilità verso le
categorie più svantaggiate).
V’è dunque l’esigenza
di ricercare ambiti territoriali all’interno dei quali la gestione di
alcuni servizi diventi economicamente sostenibile, e socialmente e
culturalmente possibile.
L’isolamento
potrebbe non solo bloccare quel processo di graduale miglioramento della
qualità della vita che la società ha conosciuto negli ultimi 50 anni, ma
addirittura un arretramento e un ritorno al passato.
L’Unione di
Comuni, però, vista solo in termini di gestione dei servizi, non dà
ragione a tutte le sue potenzialità. Essa, infatti, va vista anche come un
tentativo di introdurre luoghi e momenti decisionali che, pur salvaguardando
le specificità, abbiano come riferimento un territorio e una popolazione,
con le loro potenzialità e i loro bisogni, in modo da essere un soggetto di
peso politico ben diverso da quello dei singoli comuni associati.
È alla luce di
questi due intenti (potenziamento dei servizi e della rappresentatività del
nostro territorio) che la maggioranza degli amministratori del nostro Comune
ha scelto di aderire ad un’Unione di Comuni.
Quanto alla
scelta dell’Unione Valcesano, con Mondolfo, Monte Porzio e San Costanzo,
questa era inevitabile: la geografia e la storia non potevano che vedere
Mondavio a fianco dei Comuni della Valle del Cesano.
Lo sviluppo
economico, sia esso visto in termini di agricoltura o di industrializzazione
che di turismo, non può prescindere da un’azione sinergica tra costa e
entroterra perché, almeno per le caratteristiche delle nostre zone, nessuna
delle due può considerarsi indipendente e autosufficiente. Chi si ostina a
contrapporre costa ad entroterra continua a ragionare secondo uno schema
mentale superato, che è quello che ha prodotto il sovraffollamento della
costa e lo spopolamento dell’entroterra provocando il degrado di entrambi.
Meraviglia l’atteggiamento
di parte della minoranza del nostro Comune che ancora continua (senza alcun
seguito) a perorare la causa dell’adesione di Mondavio ad altre Unioni di
Comuni; un comportamento tanto più anomalo quanto in contrasto con quello
tenuto da tutte le minoranze degli altri Comuni che, invece, all’unanimità,
hanno votato a favore dell’allargamento dell’Unione Valcesano al Comune
di Mondavio, ben comprendendo l’importanza della riduzione della
frammentazione politico-amministrativa della valle del Cesano. L’importanza
di passare, cioè, da tanti Comuni (chiusi attorno ai propri interessi
particolari e senza un’unica strategia per problemi dalla cui soluzione
dipende in modo significativo il benessere di tutti) a due soli soggetti
politico-amministrativi: la Comunità Montana nella media ed alta valle e l’Unione
Valcesano nella media e bassa valle.
Quanto agli altri
Comuni vicini, pur non nascondendo le difficoltà (i loro interessi sono per
lo più sulla vallata del Metauro che non su quella del Cesano), saremmo ben
lieti se, in futuro, decidessero per la fusione della loro Unione (5.000 ab.
circa) con la nostra (23.000 ab. Circa), per dar luogo ad un’aggregazione
di Comuni con potenzialità politiche ed economiche di maggior valore.
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