Non so cosa mi spinge a tornare ogni anno in montagna.
Forse in tutti i miei articoli non ho mai precisato quel
qualcosa o quel insieme di cose che mi portano a voler tornare in quei
posti.
Avete presente quelle immagini e quei ricordi, che fanno
parte della nostra infanzia e ci legano a tal punto ad essa, che tornarli a
cercare e volerli rivivere portano sollievo alla persona…?
E’ così, sentirsi familiari a quei luoghi, avvertire
la loro accoglienza, la loro bellezza, la perfezione dei rilievi, il loro
aspetto irto e brullo o quello dolce e aggraziato.
E tutto ciò, dai laghi di vetro ai boschi di smeraldo,
ma anche dalle cose più piccole, come una farfalla che cattura la mia
attenzione svolazzando in qua e in là, sembra che abbia accolto i nostri
giochi e le nostre passeggiate da sempre.
Ma il motivo più importante è il fatto, in se per se,
di viaggiare.
Forse una delle cose che amo di più al mondo.
Viaggiare significa conoscere posti sempre nuovi, nuove
persone, storie, costumi e usanze, che come leggendo un libro ti si
presentano davanti. Così impari a cogliere le cose più belle e ad
arricchirti di esse.
A me piace viaggiare, perché anche solo per una
settimana, posso dimenticare tutte ciò che mi preoccupa, i problemi, i
compiti, gli impegni lasciati lì a metà.
Nella valigia basta portare solo la voglia di non pensare
a tutto ciò che può portare preoccupazione o fastidio e dedicarsi un pò a
se stessi.
La montagna è adatta per una vacanza di riflessione e di
benessere fisico e psichico, trovato nella ricerca della pace interiore e
del proprio equilibrio.