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Il cristianesimo nel nostro Continente, visto dalla parte dei poveri, rischia la critica di essere diventata una religione borghese. Tornando alla "memoria sovversiva" dell’Apocalisse, non si può eludere la necessità di deciderci contro la legge della violenza e della vendetta.

Ecco il mio appello: abbiate il coraggio di accettare la sfida. Un grande giornalista tedesco è stato emarginato dalla televisione perché, in occasione della visita del Papa in Germania, aveva prodotto un documentario sul comportamento delle Chiese verso Hitler e il nazismo. Lo stesso giornalista nel 1987 era nell’Arena di Verona a gridare: «Scegliete: o Dio o la bomba»; sosteneva anche che il discorso della montagna Gesù Cristo certamente non l’aveva fatto per quattro monaci. Il giornalista conclude un suo libro così: «Decidetevi, contro la legge della violenza e della vendetta, per la legge dell’amore e del perdono; pensate che siete uomini e donne e dimenticate tutto il resto. Battetevi per il superamento del più inumano di tutti i dogmi, quello che l’uomo è incorreggibile. Le Chiese finora o hanno parlato di un mondo senza salvezza o di una salvezza senza il mondo; ma da quando esiste il discorso della montagna potremmo ben sapere che la salvezza non è senza il mondo e il mondo non è senza salvezza. Se farete qualcosa per la pace, la potremo raggiungere; se collaboreremo per la salvezza del mondo, allora capiremo e sperimenteremo che la pace è possibile».

Una preghiera bellissima dice: «Signore, non sei stato tu a distruggere Hiroshima, siamo stati noi; non tu, Signore, hai mandato i bambini nei campi di concentramento, siamo stati noi; non tu, Signore, hai avvelenato il nostro mondo, siamo stati noi; ma oggi dichiariamo davanti a te di scegliere la vita, affinché i nostri figli vivano».

È qui la grande sfida: come credenti, diciamo la verità di questa Europa. Pochi l’hanno espressa così bene come G.B. Metz, che considero uno dei migliori teologi europei: «Nel servizio della Chiesa non ci è lecito permettere che nel mondo occidentale la vita delle nostre Chiese faccia pensare sempre di più a una religione borghese, una religione dei fortunati e dei ricchi, e che nelle altre parti del mondo sia invece una religione popolare, dei diseredati, esclusi letteralmente, per via della loro povertà e miseria, dalla nostra comunione eucaristica. Non ci è lecito, perché altrimenti salterebbe agli occhi di tutto il mondo lo scandalo di una Chiesa che accoglierebbe in sé infelici e spettatori della loro infelicità, tanti uomini dei dolori e altrettanti pilati, trovando poi il coraggio di denominare il tutto "una comunità eucaristica dei credenti", di definirlo "unico e unitario popolo di Dio". La Chiesa una e universale non può continuare a rispecchiare semplicemente in sé i contrasti sociali del nostro tempo; se così fosse non farebbe altro che offrire sconsideratamente appiglio a quanti interpretano religione e Chiesa più o meno come problema sociale».

 

La memoria sovversiva

Queste dure parole ci richiamano quella che Metz definisce "la memoria sovversiva", il concetto da cui parte l’Apocalisse: la memoria sovversiva del Crocifisso, trafitto dai chiodi dell’imperialismo romano, e di tutti i crocifissi della storia. Eccolo qui il punto di partenza.

Dietrich Bonhoeffer, grande martire contro il nazismo, pastore protestante, ricordava alle Chiese tedesche che lo status confessionis (cioè lo stato del credo di una Chiesa) non lo si afferma recitando il Credo, come succedeva anche ai tempi di Hitler; ma lo si dice e lo si deve dire rimarcando da che parte si sta. Diceva Bonhoeffer: «Se state dalla parte di Hitler, potete dire tutti i Credo che volete, sapete bene che state dalla sua parte, dalla parte di un sistema di morte. Dovete scegliere». Oggi è la stessa cosa, forse ancora più grave: allora si trattava di un popolo, oggi si tratta del mondo. Come credenti la nostra fede la diciamo dentro questa sporca storia umana; se si sceglie il sistema, non ditemi che credete nel Dio della vita: è una bugia, una bestemmia. Se volete dire il vostro Credo, ditelo stando dalla parte del Crocifisso dell’imperialismo romano e dalla parte dei crocifissi dell’impero del denaro di oggi. E buon lavoro a voi!

Alex Zanotelli

da “VITA PASTORALE n. 7/2003”