Ringrazio di cuore Dio e
voi cari amici per la vostra generosità.
Il ricavato del
mercatino è stato così suddiviso: padre Renato euro 500, Don Pasquale euro
317 (di cui cento per Haiti).
Piccole gocce nel mare
delle necessità, ma tante gocce formano gli oceani; è Dio che muove i nostri
cuori alla comunione e condivisione.
Dio è amore e questa è
la nostra forza e la nostra certezza.
San Paolo esprime la
fiducia nell’amore di Dio che si attua in Cristo così: ‘Chi ci separerà
dall’amore di Cristo?’ La tribolazione, la spada?
Ne morte ne vita ci
separeranno dall’amore di Cristo Gesù. Chi ci separerà dalla sua pace? La
persecuzione, forse il dolore?
Nessun potere ci
separerà da Colui che è morto per noi.
Chi ci separerà dalla
sua gioia? Chi ci potrà strappare dal suo perdono?
Niente e nessuno al
mondo ci separerà da Cristo Signore.
Riguardo alle sofferenze
patite, asserisce:
‘Completo nella mia
carne, quello che manca ai patimenti di Cristo, a vantaggio del suo corpo,
che è la chiesta’.
Chi è nato deve morire,
la sofferenza è entrata nella vita dell’uomo e non sempre è facile viverla
ed accettarla.
Ci sono poi eventi che
colpiscono, in modo particolare, intere comunità ed anche popolazioni:
guerre, olocausti, eventi naturali tragici e distruttivi, ma anche tragedie
familiari e di singoli individui: omofobia, pedofilia, schiavitù, tratta
degli organi, pedofilia… ed il silenzio di Dio può diventare assordante.
Il racconto biblico di
Giobbe esprime bene il dolore che sale dall’umanità, nei secoli e nei suoi
aspetti individuali.
Non ci viene data una
risposta.
Giobbe collega il
problema al mistero insondabile di Dio ed alla sua infinita sapienza,
nell’ambito di un sano ‘timore di Dio’.
In altre parole Dio, è
al di sopra, conosce, sa e ci ama e tanto ci basta.
Quello che è
intraducibile dalla razionalità umana, diviene intravedibili nella fede.
Desidero riportare una
pista di riflessione fatta dal nostro Vescovo riguardo al ‘sonno di Dio’ dal
racconto Evangelico, ‘La tempesta sedata’.
“Il sonno di Dio, trova
un sacramento nel sonno di Gesù. Il credente, urla, grida perché teme che
Dio l’abbandoni, non veda, non operi. Il credente sa quant’è pesante il
sonno di Dio; quando grida, mette davanti a Dio il suo cuore, quando
confessa il suo peccato, ma resta nell’impotenza, nella paura, senza veder
compiuto ciò di cui crede di avere bisogno. Dio è assente, Dio che dorme è
una realtà, una verità, che solo chi l’ha provata la riconosce. E’ il
momento della croce, del silenzio del Sabato Santo, del sonno di Cristo nel
sepolcro. Com’è difficile allora non perdere la pace, restare saldi in Dio.
Confidare solo in lui e non negli uomini! Accettare che Dio non intervenga
nei giorni cattivi, è la prova della fede”.
Dio è amore ed il
progetto di Dio sull’uomo è un’esperienza di pace e di gioia, in armonia con
il creato, la famiglia, l’umanità e con Lui.
Dio non vuole il male ma
l’uomo sceglie diversamente, quindi tra il mistero di Dio e il mistero del
male, si inserisce il libero arbitrio dell’uomo che Dio rispetta.
Ora saliamo un attimo
sul calvario. Vediamo tre uomini crocefissi, che stanno per morire. Al
centro ‘l’innocente’. Entrambi i ladroni hanno la stessa opportunità di
salvezza ‘gratuita’, ma uno inveisce: ‘Se sei Dio, scendi dalla croce!’.
Gesù inchiodato non sceglie di dimostrare la sua onnipotenza, ma il suo
amore al padre ed ai fratelli vivendo l’esperienza della sofferenza umana
sino alla fine.
Il peccato dell’uomo
rompe il primo anello della catena e fa precipitare l’umanità e tutto il
creato nella caducità.
Il peccato crea l’abisso
tra Dio e l’uomo. E’ questo distacco da Dio, che porta la sofferenza e
l’uomo all’incapacità di amare.
La sorgente del nostro
amare è Dio.
Se questa sofferenza
invece viene accettata può diventare strumento di espiazione e
purificazione, per se stessi e gli altri ed un ritorno alla comunione con
Dio ed i fratelli (agapè).
Nel piano salvifico
dell’amore di Dio, il Padre sacrifica l’unico Figlio, che dopo aver emesso
lo spirito dal suo cuore trafitto fuoriescono acqua e sangue (Battesimo e
Eucarestia). Tutta la grazia santificante che genera ed alimenta, attraverso
lo Spirito Santo, il Suo corpo mistico che è la Chiesa.
Nella fede prendiamo
coscienza dell’amore di Dio per noi, rivelato nel cuore trafitto di Gesù,
questa fede genera l’amore in noi e nuova luce laddove è calato il buio!
Ci da forza e coraggio
di portare ed essere Cristo nel mondo.
E lo siamo realmente!!!
Questo è il più grande
‘miracolo’ di Dio Padre Onnipotente
Buona Pasqua a voi tutti
in Cristo il Risorto!
Giuseppina Belfiore |