N egli
stati ad economia povera e stagnante l’emigrazione rappresenta una
notevole boccata d’ossigeno. Sono per lo più i giovani che, non
intendendo rassegnarsi a tante privazioni, scelgono di partire per
raggiungere i Paesi della vecchia Europa.
In Italia sono quasi 2 milioni e mezzo gli
immigrati e provengono soprattutto dal Marocco, Albania e Romania. Tutti
sono alla ricerca di un futuro meno buio e di una vita dignitosa per sé e i
propri familiari per cui la maggioranza di loro è ben disposta ad inserirsi
nella società della quale saranno, forse, nuovi cittadini.
Dall’ISTAT (Istituto di statistica)
arriva la conferma: l’incremento demografico in Italia è garantito dalle
immigrazioni, basti pensare che nel solo 2002 ci sono stati 45 mila nati da
genitori entrambi stranieri. Ovviamente anche la scuola risente del fenomeno
e ne risentirà ancor di più col passare degli anni. Dieci anni fa gli
alunni stranieri erano appena 30 mila: la progressione è stata
impressionante se si tiene presente che nel trascorso anno scolastico sono
stati 232 mila. Per l’anno in corso si stima che non sarà molto lontano
lo sfondamento di quota 300 mila. L’incremento degli alunni stranieri
imporrà agli insegnanti continue e sempre più faticose sfide. Alla scuola,
alla sua organizzazione spetterà pertanto un compito molto arduo: favorire
in ogni modo l’integrazione armoniosa dei piccoli stranieri. La scuola è
il luogo dove si fa cultura ma è anche il luogo che più di ogni altro può
offrire l’opportunità di avviare la pacifica convivenza e il dialogo tra
persone di culture e religioni diverse.
Il doveroso rispetto per le consuetudini
di origine, congiunto con un rispetto altrettanto doveroso delle
consuetudini del paese che accoglie, deve iniziare, dicono gli esperti, fin
da piccoli cioè tra i banchi di scuola. Nel futuro la società dei singoli
stati sarà sempre più una società multietnica, da ciò certamente non si
sfugge. Già oggi per come si presenta il paesaggio multiculturale italiano
possiamo senza retorica affermare che c’è davvero una parte del mondo
nelle nostre aule; possiamo altresì affermare che per migliaia di piccoli
stranieri il cambiamento in positivo nella loro vita avverrà nella misura
in cui riusciranno ad inserirsi nella realtà scolastica.
Marco Fiorelli
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