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Lettere dal Brasile

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Dal libro

Apri gli occhi mia Chiesa

Di Marco Chiarucci

Edizione curata da don Piergiorgio Sanchioni

Proposte concrete per una nuova evangelizzazione

Maracanà, 8 settembre 1990

Al carissimo confratello, Don Giuseppe, apostolo di Gesù; alla comunità di Mondavio; alle Chiese sorelle della Valle del Metauro, del Foglia e del Cesano, shalom, shalom a tutti voi.

Carissimi cristiani, a voi che sentite la gioia di essere discepoli di Gesù, scrivo questa lettera. Vi scrivo con grande affetto e nostalgia ricordando i nostri incontri. Siamo Chiesa, popolo in cammino. Crediamo nel Dio della vita e nella forza trasformatrice della Buona Notizia predicata dal dolce Maestro.

Vi scrivo per comunicarvi alcune proposte su una “rinnovata evangelizzazione” richieste tempo fa dal carissimo don Giuseppe e da altri amici. Avrei dovuto averle inviate già da tempo, ma il lavoro della missione non me lo ha permesso. .

Bene, carissimi, ricordo che una volta il capo degli indios Kukuru-Kariri partecipando a un incontro disse: “Vado alla ricerca di un buon giorno per il mio popolo”. Penso che sia arrivata anche per noi l'ora di preparare un "buon giorno" per il nostro popolo, un giorno veramente nuovo.

Ci vuole una “nuova evangelizzazione”. È spuntato il giorno per cominciare ad annunciare il Vangelo con parole nuove e con nuovi gesti.

Stimolati dall’invito fattoci da Giovanni Paolo II di preparare la festa dei 500 anni della scoperta del continente latinoamericano con una rinnovata evangelizzazione, abbiamo elaborato alcune proposte che ora vi mandiamo. Spero che queste possano aiutarci a migliorare il cammino che stiamo facendo e ad aprirne dei nuovi.

Scrivo dall’America Latina, precisamente dall’Amazzonia brasiliana, cioè dal continente che con sofferenza e lacrime ha incarnato la “buona notizia” nella sua realtà.

Proposte per una rinnovata evangelizzazione

1. Le Chiese di tutto il mondo, profondamente unite dal dono della fede e dalla forza dello Spirito Santo, preghe- ranno in continuità e con perseveranza il buon Dio perché invii sempre nuovi "profeti" al suo popolo, perché il popolo senza i profeti non cammina. Lo Spirito sarà la nostra forza.

Infatti, senza lo Spirito Santo Dio è distante, Cristo rimane nel passato, il Vangelo è lettera morta, la Chiesa una semplice organizzazione, l'autorità un potere, la missione una propaganda, il culto un arcaismo.

2. Annunzio della “buona notizia”. È arrivata l’ora di predicare finalmente con gioia la “buona notizia”. Quello che ha primeggiato per tanto tempo nelle nostre predicazioni è stato l’annuncio dell’inferno e del purgatorio: “Chi fa un peccato mortale va diritto all'inferno; chi fa un peccato veniale va diritto al purgatorio”. Ci siamo perfino permessi di predicare una Madonna che rivelava che le anime cadono nell’inferno come la “neve d’inverno”.

Sono sicuro che Lei piange quando diciamo queste cose, ma noi l'abbiamo fatto; c'è chi ancora lo fa.

Ci siamo eccessivamente preoccupati per l'ortodossia, minacciando scomuniche e maledizioni: un tremendo spirito di inquisizione circola nelle nostre vene a tal punto che non abbiamo quasi mai saputo vedere il buono che c’era in chi apriva nuovi sentieri, mandando tutti all'inferno.

Con questa maniera di fare, la maggioranza dei nostri cristiani vive più tremando per la propria salvezza che esultando per aver ricevuto "la buona notizia".

Ne volete una prova? Eccola: la fuga verso le sette. Noi continuiamo a fare lunghi documenti che minacciano chi pare sia fuori della piena ortodossia, continuiamo a predicare l'inferno con tutta l’enfasi in quanto loro gridano con mani alzate e danzando: “Io sono salvo! Gloria al Signore, Alleluia”. Ma chi ha proclamato questo è stato Gesù che esultava per quella “buona notizia”:”Chi crede sarà battezzato e sarà salvo”. È arrivata l’ora che anche noi alzando le mani al cielo proclamiamo la nostra “buona notizia”: “Grazie al Signore sono salvo: Alleluia”.