Pagina Precedente L'angolo dei poeti Pagina Successiva

La creatura

che nel grembo della madre

prende forma,

il chicco che sottoterra

germoglia,

il boccio che al primo tepore

si schiude:

di sacro stupore

mi colmano.

Tutte le gestazioni

mi affascinano:

misteri grandiosi

e insondabili.

 

 

 


Si allunga a dismisura

l'assurda catena

di giovani esistenze

stroncate

sulle strade.

 Sull'asfalto,

ancora bagnato

di sangue,

mani fraterne

depongono fiori:

appena recisi.

 Come quelle
vite umane.


E continuo a sognare

Soltanto Tu sai

quanto mi assilli

il desiderio di un mondo nuovo,

fondato sull'amore;

 

quanto io vagheggi

un futuro di libertà,

di pace

e di giustizia:

 

non ancora realtà

quaggiù.

 

E continuo a sognare

e a sperare

che si compia

il miracolo

per l'umanità intera.


È questo un tempo

in cui non sappiamo

comunicare: estranei

gli uni agli altri.

 

Il padre al figlio,

il fratello al fratello

e l'amico all'amico.

 

È questo un tempo

in cui il nostro cuore

messaggi fraterni

non sa diffondere

né recepire.

 

E moltiplichiamo

i mass media:

 

nell'illusione

che siano essi a creare

legami, a tessere

rapporti di amicizia

e di amore.

 

 

l’ ALBERO ed il PRESEPE

La mano adulta cercò,

poi strinse teneramente quella piccola.

La donna e la bimba entrarono nella stanza,

in un angolo c’erano varie scatole.

Insieme le aprirono,

chiacchierando, scherzando e ridendo

spargendone il contenuto attorno,

mentre l’uomo le osservava compiaciuto.

C’erano luci, sfere, fiori e cristalli,

festoni, figure di legno e di vetro,

tutto quello che serviva.

Insieme montarono ed abbellirono l’albero:

scegliendo ed appendendo,

accendendo e spegnendo le luci

aggiungendo, spostando e sostituendo.

Rifacendolo e modificandolo

finché, ai loro occhi critici,

apparve attraente e luccicante.

Alla fine la bimba accese gli addobbi luminosi.

Osservarono soddisfatte l’albero,

le figure e gli altri oggetti appesi,

i giochi variopinti delle luminarie,

i mutevoli riflessi e luccichii.

Lo spontaneo battimani sottolineò

l’approvazione che traspariva dal loro sorriso.

L’Albero di Natale era terminato.

Spenta la conseguente festosa risata

lo sguardo serio della bimba

fissò gli occhi della donna:

“ Facciamo anche il Presepe ? ”.

Altre scatole vengono esplorate:

statue, casette, figuranti, animali,

tappeti d’erba e rocce di sughero

sono posizionate ai piedi dell’albero.

Ben presto la Natività è raffigurata.

Senza luci e luccicori,

senza l’Infante,

manca tempo alla sua venuta.

La bimba osserva il suo Presepe,

sul volto l’espressione soddisfatta,

gli occhi e le labbra sorridenti.

Imprevedibili e repentine

piccole mani impazienti

frugano fra le statuine rimaste,

scegliendo e prendendone una.

Il dito indice portato alla bocca

comanda e pretende il silenzio

dalla donna e dall’uomo stupiti.

La sua mano pone il neonato

nel lettino delle sue braccia,

guardandolo intensamente

per trasmettergli tutto il suo amore,

iniziando a cullarlo col tempo

di una ninna nanna sussurrata.

 

La tenerezza di quei gesti,

la magia del canto sommesso

diffondono l’incantesimo nella stanza.

La donna s’inginocchia affascinata,

di fronte a quelle azioni amorevoli.

L’uomo colpito da una forte emozione

rimane turbato immobile e silenzioso

La bimba chiede di nuovo silenzio,

parlando col dito appoggiato sulle labbra.

Chinandosi lentamente ed amorevolmente

pone l’infante fra Maria e Giuseppe,

preso un lembo di stoffa

ne fa la sua coperta.

Volto lo sguardo estasiato ai nonni

la voce di Gaia rompe il mistico silenzio:

“ Piangeva ed aveva freddo! “

Sugli occhi dei nonni appaiono

gocce di tumultuosi sentimenti

e stille di turbamenti dell’anima,

sui volti le forti emozioni provate

di fronte a quei gesti di puro amore.

Un tempo infinito indefinito

pieno di tensioni emotive,

in cui esistono solo sentimenti d’amore

prende il posto del reale che li circonda.

Dipoi armonie musicali natalizie

incominciarono a farsi spazio

in quel silenzio denso di emotività.

La musica natalizia

messa dal nonno tempo prima

sembra arrivare da molto lontano

riconquistando lentamente lo spazio che le spetta.

In quella stanza è entrato Gesu’ Bambino.

Cesare Del Bosco

Gaia ed i nonni
preparando il Natale 2008