”I
dolori passano, come anche le gioie; ciò che rimane è il compimento sereno
della volontà di Dio”.
A
parlare in questi termini è suor Giuseppina Margoni, che in questi giorni
celebra i 60 anni di vita missionaria. Nativa di Villazzano, nel maggio del
1949, ancora novizia, parte per l'Africa.
“Quella
che personalmente accolsi come una grande gioia – racconta – per i miei
genitori si rivelò una sorpresa dolorosa,anche se poi non fecero nulla per
ostacolare la mia partenza”.
Asciugate le lacrime del distacco, in nave fece rotta verso l'Egitto.
“Viaggiavo con altre tre novizie e sei religiose – continua – e, nonostante
avessimo il cuore gonfio per il distacco dalla famiglia e dal nostro Paese,
restammo sul ponte della nave fino a tarda notte a cantare insieme”.
Al Cairo
il piccolo gruppo viene accolto dai Comboniani: prima di riprendere il
viaggio, visita le Piramidi, i Musei dei faraoni, la Cattedrale della città
e le comunità missionarie presenti.
Non
poteva mancare la tappa ad Assuan sulla tomba del padre Comboni, colui che
aveva dedicato la propria vita all'Africa, tracciando la prospettiva anche
per chi sarebbe venuto dopo.
“Mentre
proseguivamo il viaggio in treno – dice suor Margoni – pensavamo al
Fondatore, alle nostre prime sorelle e a tutti i missionari che avevano
percorso quello stesso tragitto a dorso di cammello e sotto un sole
cocente”.
L'arrivo
alla Casa Provinciale di Khartoum è un'immersione in un contesto di
internazionalità: accanto alle italiane, suor Giuseppina vi trova novizie
dal Libano, dall'Egitto e dall'Inghilterra; a dare il benvenuto nel Paese è
p. Alberto Mosna di Romagnano.
“La non
conoscenza della lingua araba fu una grossa difficoltà – confida -; a poco a
poco, ascoltando i bambini dell'asilo e lasciandoci correggere da loro,
abbiamo iniziato a capirla e a parlarla”.
Il 10
maggio dell'anno seguente suor Giuseppina compie la professione religiosa:
“Ogni giorno ringrazio il Signore del dono della mia vocazione missionaria –
confida oggi – e di aver trascorso sessant'anni in Sudan, dove mi trovo
tutt'ora”.
da
"vita trentina"
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