La
famiglia italiana è davvero cambiata?
A questo
interrogativo un adulto senza esitazione risponderebbe: “ sì”, mentre un
giovane, non avendo alcun elemento di confronto con la famiglia del passato,
nel
sentirsi porre la stessa domanda probabilmente si meraviglierebbe.
In
effetti, questa piccola cellula della società è oggi molto diversa rispetto
a qualche decennio fa. Ha subito cambiamenti inimmaginabili, più negativi
che positivi e con conseguenze non trascurabili per le nuove generazioni.
Non si
va lontano dalla verità nell’affermare che i giovani “difficili” di oggi
altro non sono che il risultato di una educazione sbagliata spesso
prodottasi in una famiglia trasformata.
E’
scomparsa quasi del tutto la famiglia cosiddetta “allargata”, cioè quel
consistente gruppo che, oltre ai genitori e figli, comprendeva i nonni e
altri parenti a volte non più autosufficienti. In tale contesto il ragazzo
si trovava a suo agio, aveva a disposizione tutto ciò che serviva a favorire
il suo sviluppo e la sua futura formazione. Era circondato da affetto e
misurate premure, riceveva stimoli e insegnamenti utili proprio perché ogni
membro del gruppo-famiglia aveva sempre qualcosa da trasmettergli sulla base
di esperienze personali vissute.
Nel
crescere tra tante persone il ragazzo imparava a dialogare, a confrontarsi e
a superare ogni forma di egocentrismo.
Oggi
prevale la famiglia “mononucleare” composta da genitori e sempre più spesso
da un unico figlio che, trovandosi quotidianamente solo, non ha nessuno con
cui confidare i suoi sentimenti e i suoi problemi. Un ragazzo che cresce
circondato solo da genitori, affermano gli esperti, è come un piccolo
principe cui vengono soddisfatti tutti i suoi desideri e che arrivato all’
età adulta non vorrà avere, a sua volta, tanta prole; non a caso oggi l’
Italia è tra le nazioni con il più basso numero medio di componenti per
famiglia.
Quando a
causa del lavoro i genitori sono assenti, il figlio spesso non trova le
condizioni migliori per crescere e stimoli per il suo sviluppo psico-fisico;
se poi non è presente l’ armonia e mancano anche l’unità d’ intenti e di
vedute tra i coniugi, oltre che solo il figlio finirà col ritrovarsi anche
insicuro e con possibili
problemi
futuri. Ma il danno maggiore si verifica quando un genitore o entrambi, pur
di non inimicarsi il figlio, entrano in una logica di permissivismo sfrenato
giustificando comportamenti errati.
Il
giovane comincia così a vivere in un preoccupante deserto di valori e
potrebbe finire prima o poi col perdersi o, nella migliore delle ipotesi, a
non raggiungere nessuna delle mete ambite. Ciò che emerge dalla realtà è che
la famiglia, tra le strutture sociali, è il gruppo che più si è trasformato.
Le cause
sono diverse e tutte ben note nella loro evoluzione. Per quanto c’è dato
vedere ovunque nella casistica ormai giornaliera, il fenomeno non ha di
certo giovato alle nuove generazioni.
di Marco
Fiorelli |