Con
questo messaggio papa BENEDETTO XVI si è rivolto ai giovani radunati a
Montorso nel corso della veglia del sabato pomeriggio. “Cari amici – ha
esordito – non dovete aver paura di sognare ad occhi aperti grandi progetti
di bene e non dovete lasciarvi scoraggiare dalle difficoltà. Cristo ha
fiducia in voi e desidera che possiate realizzare ogni vostro più nobile ed
alto sogno di autentica felicità. Niente è impossibile per chi si fida di
Dio e si affida a Lui”.
Marginalità e silenzio di Dio due dei temi affrontati,
in un dialogo franco e parlando a braccio. “Nelle periferie sembra difficile
andare avanti”, ha ricordato, rispondendo a una coppia di ventisettenni
provenienti da un quartiere della periferia di Bari, che gli hanno
raccontato della difficoltà di vivere nel loro territorio e di come si
sentano “senza storia, senza prospettive e perciò senza futuro”.

“Le grandi cellule della vita e della società che
possono costruire centri anche nelle periferie sono frantumate”, ha
osservato il pontefice, riferendosi alla realtà della famiglia, rispetto
alla quale “dobbiamo fare il possibile” affinché “sia viva e sia anche oggi
la cellula vitale e un centro nella periferia”.
Anche “la parrocchia, cellula vivente della Chiesa”,
che è “un luogo di speranza, di vita e di solidarietà”, deve aiutare “a
costruire centri nella periferia”.
Sul secondo tema, Benedetto XVI ha evidenziato come
“tutti noi conosciamo il silenzio di Dio”, e anche grandi figure come madre
Teresa ne fecero esperienza. Siamo chiamati ad accettarne il silenzio, “ma
non ad essere sordi al suo parlare”, ha aggiunto, sottolineando come “la
fede crea amicizia e cammino”, e in simili occasioni si scopre come essa
“non venga dal niente. Dio si rivela a noi affinché anche noi diventiamo
luce per gli altri”. |