Il
cuore delle intense giornate veronesi è stato l’incontro con il Santo Padre
che, sia nel discorso in sala ai convegnisti, sia nell’omelia della
Celebrazione Eucaristica nello stadio gremito di giovani, ha fatto con forza
emergere la sostanza dell’intero messaggio evangelico “Cristo, Figlio di Dio
fatto uomo, è morto e risorto per noi. Ha invitato i cristiani ad essere
testimoni di questo Gesù Risorto, impegno di quel grande “SI” che, come
credenti in Cristo, diciamo all’uomo amato da Dio. Dunque “si” al dialogo e
alla responsabilità, all’identità e all’apertura che accoglie autentici
valori della cultura del nostro tempo, non ignorando quella pericolosa
fragilità umana che minaccia il cammino dell’uomo in ogni contesto storico.
Sulle orme del Maestro, la Chiesa anche in questo tempo è segno di
contraddizione, non ci perdiamo di coraggio ma siamo pronti a dar risposta a
chiunque ci domandi ragione della nostra speranza, con lo Spirito di quella
unità che si è realizzata nella Chiesa dei primi secoli tra una fede amica
dell’intelligenza e una prassi di vita caratterizzata dall’amore reciproco e
dall’attenzione premurosa ai poveri e ai sofferenti. Sentiamo profondamente
l’appello ad essere TESTIMONI DI CRISTO RISORTO. “DI” perchè siamo di Gesù
Risorto, apparteniamo a lui, possiamo parlare di Lui, farlo conoscere,
condurre le persone a Lui, trasmettere la Sua presenza. E Cristo Risorto è
SPERANZA DEL MONDO. “DEL” qui non indica appartenenza perchè Cristo non è
del mondo. Cristo è nel mondo e per il mondo. Così noi siamo di Cristo nella
misura in cui moriamo al peccato e risorgiamo con lui alla vita nuova
dell’amore, del perdono, della non violenza. Egli, nella sua provvidente
misericordia, ha dato il Suo Figlio per noi e noi, pur senza vederlo,
crediamo in lui e lo amiamo. Il suo amore ci basta.
di Suor
Tiziana Sciò |