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L'angolo dei Poeti

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L'assolo

La musica della Banda,

suonata sul Torrione della Rocca,

scendeva dall'alto

revocando a sé

tutti gli spazi liberi

del paese e delle anime.

L'assolo della cornetta,

che Vittorio creava

limpido e sonoro,

raggiunse anche i distratti,

colpiti dalla vena malinconica

che portava con sé

La nebbia della tristezza

diffondendosi per la mente

s'appropriò dei pensieri del viaggiatore.

Frugò fra i ricordi, cercando:

il volto

i sorrisi

i suoi abbracci

senza trovarli.

Il capo e gli occhi:

si chinarono smarriti,

fissarono la terra,

tristi, sconfitti.

L'ultima lunga nota dell'assolo,

sposò il lungo sospiro.

Capì!

"Era giunto il tempo di tornare."

 

Mondavio, 15 agosto 2005

Vittorio Allegrezza
il suonatore della cornetta

 

Del Bosco Cesare

Il giorno della memoria

Dovere di ricordare

quello che è stato,

perché il tempo non cancelli,

ascoltare,

imparare,

approfondire la comprensione

per trasformare il ricordo,

raccontando fino in fondo,

perché gli orrori del passato

non possano più accadere.

Popolo senza memoria,

è uomo senza storia,

chi non la possiede

è condannato a riviverla.

 

Lucio Canestrari

 

Tu sei

Sono salito a Montegiove.

Sento lontano

laggiù in basso

il rumore della vita

che corre

frenetica sciocca impaurita

come la fretta.

Annuso l’odore del mare

salato

che dall’orizzonte

azzurro

chiude il cerchio della vita

e trasuda pace.

La brezza vespertina

accarezza la mia pelle

assonnata

ma in pace.

Il silenzio dell’Eremo

interrotto da alcuni monaci

bianchi

che bisbigliano a Dio

mi fa bene.

Con Maria

anch’io sono “assunto in cielo”

in questo pomeriggio agostano

per lasciare laggiù “la carne”.

Mio Dio, ti amo.

Tu amami come sono

fa che la mia vita fragile e peccatrice

diventi amore.

Tu sei il mare infinito

e trasparente.

Tu sei il silenzio

che attende la

parola.

Tu sei il verde

che appaga il mio occhio

in cerca di luce.

Tu sei il vento leggero

che dona refrigerio

alla calura

tu sei vita

che genera vita

TU SEI...

 

Montegiove 13 agosto 1999

 

Sanchioni Don Piergiorgio

 

 

Come un chiodo

Non mi convince

la storia del peccato originale.

Il nuovo Adamo

 dovrebbe averti vinto,

morte,

tu che mi percuoti

soprattutto con l’età che avanza

e mi perfora come un chiodo

il pensiero

che prima o poi

poserai vicino al fianco,

fredda la tua mano

mi chiuderà le ciglia.

Quando penso a tutto quello

che la vita potrebbe dare

anche se noi talvolta

la trattiamo

come l’avanzo

di un cibo squisito

di cui siam sazi,

io non mi so dar pace

nel letto

in cui vieni a turbare

il mio riposo.

A volte addirittura tremo,

grosso si fa il respiro,

sudo e mi dibatto

mentre a fior di labbra

pronuncio le preghiere.

Ma piano tra il sonno

sento nel battito del cuore

una voce che sussurra:

“Io sono la Vita.

Chi crede in me non muore,

ma vive in eterno”.

 

Zeno Fortini