Pagina Precedente La vittoria negata Pagina Successiva

 

Non so se il cuore

trabocca di sdegno o di pianto

per quel fiore di palma

che tu, Italia del furore sportivo,

stavi per cogliere

determinata e sicura.

La gente tua tutta quanta,

spensierata ed austera,

faticando a scavarsi una pausa

nei ritmi ingrati del diuturno lavoro,

è rimasta tesa ed immota

di fronte al sogno

che, limpido e puro, s’era innalzato

nel bel cielo orientale,

ma di lì a poco s’è infranto

a un colpo insidioso

di un vento volutamente nemico

come una bolla lanciata

dalla canna per gioco.

Eppure, nel tuo lacrimare,

resta accesa

la fiaccola di una vittoria

che nessun arbitraggio malsano

potrà soffocare

e che anzi ravviva

la speranza

di chi ha visto gioire,

ma più ancora pensare.

 

Zeno Fortini

Da Avvenire del 20 giugno 2002