Non
so se il cuore
trabocca
di sdegno o di pianto
per
quel fiore di palma
che
tu, Italia del furore sportivo,
stavi
per cogliere
determinata
e sicura.
La
gente tua tutta quanta,
spensierata
ed austera,
faticando
a scavarsi una pausa
nei
ritmi ingrati del diuturno lavoro,
è
rimasta tesa ed immota
di
fronte al sogno
che,
limpido e puro, s’era innalzato
nel
bel cielo orientale,
ma
di lì a poco s’è infranto
a
un colpo insidioso
di
un vento volutamente nemico
come
una bolla lanciata
dalla
canna per gioco.
Eppure,
nel tuo lacrimare,
resta
accesa
la
fiaccola di una vittoria
che
nessun arbitraggio malsano
potrà
soffocare
e
che anzi ravviva
la
speranza
di
chi ha visto gioire,
ma
più ancora pensare.
Zeno
Fortini