Pagina Precedente Il capoluogo di Mondavio
(dal 1958 al 2002)
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Un paese allora semi-abbandonato e ridotto in condizioni veramente pietose anche a causa dell'esodo postbellico, ma pur sempre affascinante per le sue strutture architettoniche su cui domina il gioiello d’arte militare del XV Secolo "La Rocca", opera del grande Architetto Senese Francesco di Giorgio Martini, le cui caratteristiche sono uniche fra le tante opere realizzate dallo stesso artista.

Un paese che conoscevo perché molto spesso ero ospite del mio caro zio Alfonso Galleti, Segretario comunale. Ero rimasto affascinato sin dal primo momento e, quando il Sindaco Olivieri, deciso a far rivivere il paese e ridonargli la sua dignità perduta, mi sottopose il suo programma ne rimasi coinvolto.

Il ripristino di tutte le strutture fatiscenti stimolò in me il desiderio di contribuire nel modo migliore alla realizzazione di quel progetto.

la rocca

Primo provvedimento, il trasferimento della cabina elettrica dalla Rocca ove era stata insensatamente ubicata, con conseguente suo avvolgimento da una ragnatela di fili su mensoloni di ferro e pali per la distribuzione dell'energia elettrica al paese. Un vero insulto all'arte, in dispregio al Genio che l'ha ideata, progettata e realizzata.

In pochissimo tempo l'obiettivo veniva raggiunto e la Rocca ridonata al suo splendore. Questo per l'aspetto esteriore, ma ciò non bastava, perché da anni chiusa ed abbandonata, doveva trovare una sua destinazione turistico-culturale. Ecco allora la genialità di un nostro caro concittadino "Stefano Mascarucci", preceduto per alcuni lavori interni dal Dr. Stoppini, che suggerisce l’opportunità di creare scene rinascimentali in ogni locale della Rocca, ipotizzando la loro originaria utilizzazione.

L'Amministrazione Comunale non esitò a fare suo il progetto, appoggiando incondizionatamente l'iniziativa e l'amico Stefano si mise all'opera, provando e riprovando con le sue mani struttura, forma e somatica dei personaggi in costume rinascimentale. E con paziente, continuo lavoro l'opera veniva portata a termine e la Rocca riaperta al pubblico. Successo immediato: nel primo anno oltre ventimila visitatori. Ma c'era ancora un ostacolo da superare: il nulla osta della Soprintendenza ai Monumenti, che non era stata ancora informata volutamente del progetto, nel convincimento che sarebbe mancata la sua approvazione. Ma, poiché senza il suo benestare il "Museo" non si sarebbe potuto gestire, non era possibile non affrontare il problema. Richiesta ufficiale, quindi, del nullaosta e prima visita del Soprintendente, che, con la prevista reazione, si dimostrò in un primo momento nettamente contrario alla destinazione data alla Rocca, perché, cosi disse, un gioiello cosi prezioso deve essere tutelato. Come risposta gli venne esibita una vecchia cartolina appositamente procurata che evidenziava inconfutabilmente l'incuria della Soprintendenza; un documento che aveva prodotto subito i suoi effetti. E cosi, dopo un lungo tira e molla, il nulla-osta venne alla luce e non solo, perché l'anno successivo (1960) il Ministero del turismo premiò il lavoro fatto elargendo un contributo di ben quattro milioni per il completamente del museo, che, portato a termine anche con la dotazione di un’importante collezione di armi d'epoca, ottenne la legittimazione ufficiale e successivamente inaugurato con la partecipazione dello stesso Ministro.

Il Municipio

Nuovo impulso, quindi, all’opera di risanamento del paese: edificio comunale ridotto in condizioni pietose, case abbandonate ed altri fabbricati, in genere, nelle stesse condizioni estetiche e cosi via.

Immediatamente, perciò, la ristrutturazione della sede municipale, con il ripristino del cornicione che era stato sostituito con altra struttura, vera offesa alle caratteristiche ambientali, di rilevante pregio architettonico.

L'Ospedale

L’Ospedale A. Pasqualucci rappresentò per l'amministrazione Comunale un obiettivo di primaria importanza. Da infermeria doveva essere trasformato in Ente Ospedaliero. Impresa ardua, per mancanza di ogni requisito strutturale ed organizzativo. Ma nessun ostacolo poteva impedire all'Amministrazione Comunale di raggiungere il traguardo prefissosi. E cosi, con un ingente impegno economico per l'adeguaménto dell'immobile alle esigenze prescritte ed un valido ed ambizioso programma di natura organico-amministrativa: istituzione di divisioni di Medicina e Chirurgia, servizi specialistici di base, pianta organica, reperimento di personale medico, infermieristico, amministrativo ed ausiliario, dotazione di attrezzature e cosi via, il riconoscimento giuridico dell'Ente Ospedaliero divenne realtà. Contributi straordinari successivi permisero il completaménto dei lavori strutturali. Per anni ogni cosa funzionò al meglio, ma poi la legge istitutiva delle UU.SS.LL. annullò in breve quanto faticosamente realizzato, con la chiusura dell'ospedale. Unico servizio sanitario allora istituito in alternativa il Poliambulatorio e recentemente, la R.S.A., con finanziamenti della Regione per la ristrutturazione del fabbricato per oltre due miliardi. Lavori realizzati nel modo migliore con cura e competenza, tali da garantire agli assistiti il maggiore conforto possibile, sia, dal punto di vista sanitario che logistico. Servizio di notevole rilevanza socio-sanitaria.

IL CENTRO STORICO

Ma poi, cosa fare di più per coinvolgere i privati in questo progetto di risanamento? Ed ecco una felice intuizione, quella di istituire un contributo a favore di chiunque avesse voluto riportare a faccia vista le facciate degli edifici, con la eliminazione degli intonaci indecorosi per il loro stato di degrado. Il contributo determinato in misura consistente, ottenne a poco a poco il risultato sperato ed il Centro Storico riacquistava la sua originaria fisionomia. Contributo ancora vigente per i pochi interventi ancora necessari. Anche l'acquisto e la ristrutturazione da parte del Comune di alcuni edifici abbandonati stimolò l'attenzione di imprese e privati sulla opportunità di seguire l'esempio dell'Amministrazione Comunale.

Sorgeva nel frattempo, anche per l’interessamento del caro Giuseppe Paupini, scomparso 10 anni fa, l'”Istituto S. Giuseppe” Casa di Riposo di grande prestigio. Non solo, ma parallelamente venne potenziato l'Albergo Palomba con un primo intervento del Comune, poi dallo stesso venduto a privati che hanno saputo cogliere l'esigenza e la opportunità di portare la struttura ad un livello di decoro e funzionalità pregevoli. Nondimeno il Bar Ristorante Giardino, nuova struttura che dà certamente lustro al paese nell'ambito del Giardino Giacomo Leopardi, allora in stato di abbandono. Nuovi negozi, bar, pizzeria, ristoranti ed altre iniziative,

I CAPPUCCINI

in particolare la valorizzazione dell'ex Convento dei Cappuccini in struttura ricettiva, pur conservandone le sue pregevoli caratteristiche architettoniche e con lo sviluppo del paese, Via S. Francesco si arricchiva di uffici, negozi, laboratori, servizi sanitari, officine ed altro.

Il tutto in un quadro di felici intuizioni tendenti a dare al paese maggiore vitalità e prestigio. E cosa dire della idea di fare del Contro Storico un giardino con l'esposizione di fiori su supporti di ferro battuto, sia nel suo interno che sulle mura castellane? - Certamente una iniziativa che esprime sensibilità al bello.

Nondimeno é da evidenziare ed elogiare l'opera meritoria dell'Associazione Pro Loco, che sorretta dalle Amministrazioni Comunali, ha dagli “anni 60” svolto una intensa attività che ha permesso di inserire Mondavio tra le mete più ambite della Regione e farlo conoscere, con il suo Gruppo Storico anche a molti paesi d'Europa ed a New York, in occasione del Columbus Dei.

L'opera di valorizzazione continua: in atto un encomiabile lavoro di ristrutturazione della Rocca e, da parte della Parrocchia, con opera di consolidamento e tinteggiatura della chiesa parrocchiale e dell’ex Cine-Lux, con la sua nuova destinazione a "sala polifunzionale".

Il mio sogno di sentir dire che Mondavio é tornato ad essere una "bomboniera" é quindi prossimo ad essere realtà.

Tutto ciò affinché i giovani sappiano e i meno giovani non dimentichino, con l'auspicio di continuare ad operare concordi per il bene del nostro paese.

Ilario Pantaleoni