Un paese allora semi-abbandonato e ridotto in condizioni
veramente pietose anche a causa dell'esodo postbellico, ma pur sempre
affascinante per le sue strutture architettoniche su cui domina il gioiello
d’arte militare del XV Secolo "La Rocca", opera del grande
Architetto Senese Francesco di Giorgio Martini, le cui caratteristiche sono
uniche fra le tante opere realizzate dallo stesso artista.
Un paese che conoscevo perché molto spesso ero ospite del mio caro zio
Alfonso Galleti, Segretario comunale. Ero rimasto affascinato sin dal primo
momento e, quando il Sindaco Olivieri, deciso a far rivivere il paese e
ridonargli la sua dignità perduta, mi sottopose il suo programma ne rimasi
coinvolto.
Il ripristino di tutte le strutture fatiscenti stimolò in me il
desiderio di contribuire nel modo migliore alla realizzazione di quel
progetto.
la rocca
Primo provvedimento, il trasferimento della cabina elettrica dalla Rocca
ove era stata insensatamente ubicata, con conseguente suo avvolgimento da
una ragnatela di fili su mensoloni di ferro e pali per la distribuzione
dell'energia elettrica al paese. Un vero insulto all'arte, in dispregio al
Genio che l'ha ideata, progettata e realizzata.
In pochissimo tempo l'obiettivo veniva raggiunto e la Rocca ridonata al
suo splendore. Questo per l'aspetto esteriore, ma ciò non bastava, perché
da anni chiusa ed abbandonata, doveva trovare una sua destinazione
turistico-culturale. Ecco allora la genialità di un nostro caro
concittadino "Stefano Mascarucci", preceduto per alcuni lavori
interni dal Dr. Stoppini, che suggerisce l’opportunità di creare scene
rinascimentali in ogni locale della Rocca, ipotizzando la loro originaria
utilizzazione.
L'Amministrazione Comunale non esitò a fare suo il progetto, appoggiando
incondizionatamente l'iniziativa e l'amico Stefano si mise all'opera,
provando e riprovando con le sue mani struttura, forma e somatica dei
personaggi in costume rinascimentale. E con paziente, continuo lavoro
l'opera veniva portata a termine e la Rocca riaperta al pubblico. Successo
immediato: nel primo anno oltre ventimila visitatori. Ma c'era ancora un
ostacolo da superare: il nulla osta della Soprintendenza ai Monumenti, che
non era stata ancora informata volutamente del progetto, nel convincimento
che sarebbe mancata la sua approvazione. Ma, poiché senza il suo benestare
il "Museo" non si sarebbe potuto gestire, non era possibile non
affrontare il problema. Richiesta ufficiale, quindi, del nullaosta e prima
visita del Soprintendente, che, con la prevista reazione, si dimostrò in un
primo momento nettamente contrario alla destinazione data alla Rocca,
perché, cosi disse, un gioiello cosi prezioso deve essere tutelato. Come
risposta gli venne esibita una vecchia cartolina appositamente procurata che
evidenziava inconfutabilmente l'incuria della Soprintendenza; un documento
che aveva prodotto subito i suoi effetti. E cosi, dopo un lungo tira e
molla, il nulla-osta venne alla luce e non solo, perché l'anno successivo
(1960) il Ministero del turismo premiò il lavoro fatto elargendo un
contributo di ben quattro milioni per il completamente del museo, che,
portato a termine anche con la dotazione di un’importante collezione di
armi d'epoca, ottenne la legittimazione ufficiale e successivamente
inaugurato con la partecipazione dello stesso Ministro.
Il
Municipio
Nuovo impulso, quindi, all’opera di risanamento del paese: edificio
comunale ridotto in condizioni pietose, case abbandonate ed altri
fabbricati, in genere, nelle stesse condizioni estetiche e cosi via.
Immediatamente, perciò, la ristrutturazione della sede municipale, con
il ripristino del cornicione che era stato sostituito con altra struttura,
vera offesa alle caratteristiche ambientali, di rilevante pregio
architettonico.
L'Ospedale
L’Ospedale A. Pasqualucci rappresentò per l'amministrazione Comunale
un obiettivo di primaria importanza. Da infermeria doveva essere trasformato
in Ente Ospedaliero. Impresa ardua, per mancanza di ogni requisito
strutturale ed organizzativo. Ma nessun ostacolo poteva impedire
all'Amministrazione Comunale di raggiungere il traguardo prefissosi. E cosi,
con un ingente impegno economico per l'adeguaménto dell'immobile alle
esigenze prescritte ed un valido ed ambizioso programma di natura
organico-amministrativa: istituzione di divisioni di Medicina e Chirurgia,
servizi specialistici di base, pianta organica, reperimento di personale
medico, infermieristico, amministrativo ed ausiliario, dotazione di
attrezzature e cosi via, il riconoscimento giuridico dell'Ente Ospedaliero
divenne realtà. Contributi straordinari successivi permisero il
completaménto dei lavori strutturali. Per anni ogni cosa funzionò al
meglio, ma poi la legge istitutiva delle UU.SS.LL. annullò in breve quanto
faticosamente realizzato, con la chiusura dell'ospedale. Unico servizio
sanitario allora istituito in alternativa il Poliambulatorio e recentemente,
la R.S.A., con finanziamenti della Regione per la ristrutturazione del
fabbricato per oltre due miliardi. Lavori realizzati nel modo migliore con
cura e competenza, tali da garantire agli assistiti il maggiore conforto
possibile, sia, dal punto di vista sanitario che logistico. Servizio di
notevole rilevanza socio-sanitaria.
IL CENTRO
STORICO
Ma poi, cosa fare di più per coinvolgere i privati in questo progetto di
risanamento? Ed ecco una felice intuizione, quella di istituire un
contributo a favore di chiunque avesse voluto riportare a faccia vista le
facciate degli edifici, con la eliminazione degli intonaci indecorosi per il
loro stato di degrado. Il contributo determinato in misura consistente,
ottenne a poco a poco il risultato sperato ed il Centro Storico riacquistava
la sua originaria fisionomia. Contributo ancora vigente per i pochi
interventi ancora necessari. Anche l'acquisto e la ristrutturazione da parte
del Comune di alcuni edifici abbandonati stimolò l'attenzione di imprese e
privati sulla opportunità di seguire l'esempio dell'Amministrazione
Comunale.
Sorgeva nel frattempo, anche per l’interessamento del caro Giuseppe
Paupini, scomparso 10 anni fa, l'”Istituto S. Giuseppe” Casa di Riposo
di grande prestigio. Non solo, ma parallelamente venne potenziato l'Albergo
Palomba con un primo intervento del Comune, poi dallo stesso venduto a
privati che hanno saputo cogliere l'esigenza e la opportunità di portare la
struttura ad un livello di decoro e funzionalità pregevoli. Nondimeno il
Bar Ristorante Giardino, nuova struttura che dà certamente lustro al paese
nell'ambito del Giardino Giacomo Leopardi, allora in stato di abbandono.
Nuovi negozi, bar, pizzeria, ristoranti ed altre iniziative,
I
CAPPUCCINI
in particolare la valorizzazione dell'ex Convento dei Cappuccini in
struttura ricettiva, pur conservandone le sue pregevoli caratteristiche
architettoniche e con lo sviluppo del paese, Via S. Francesco si arricchiva
di uffici, negozi, laboratori, servizi sanitari, officine ed altro.
Il tutto in un quadro di felici intuizioni tendenti a dare al paese
maggiore vitalità e prestigio. E cosa dire della idea di fare del Contro
Storico un giardino con l'esposizione di fiori su supporti di ferro battuto,
sia nel suo interno che sulle mura castellane? - Certamente una iniziativa
che esprime sensibilità al bello.
Nondimeno é da evidenziare ed elogiare l'opera meritoria
dell'Associazione Pro Loco, che sorretta dalle Amministrazioni Comunali, ha
dagli “anni 60” svolto una intensa attività che ha permesso di inserire
Mondavio tra le mete più ambite della Regione e farlo conoscere, con il suo
Gruppo Storico anche a molti paesi d'Europa ed a New York, in occasione del
Columbus Dei.
L'opera di valorizzazione continua: in atto un encomiabile lavoro di
ristrutturazione della Rocca e, da parte della Parrocchia, con opera di
consolidamento e tinteggiatura della chiesa parrocchiale e dell’ex
Cine-Lux, con la sua nuova destinazione a "sala polifunzionale".
Il mio sogno di sentir dire che Mondavio é tornato ad essere una
"bomboniera" é quindi prossimo ad essere realtà.
Tutto ciò affinché i giovani sappiano e i meno giovani non
dimentichino, con l'auspicio di continuare ad operare concordi per il bene
del nostro paese.
Ilario Pantaleoni
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