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La Croce e il Drago
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Nel quarto centenario - del suo ingresso nel cielo

Macerata commemora - l’araldo del Vangelo

che inaugurò la semina - della messe divina

nei solchi impenetrabili - della remota Cina.

Padre Matteo Ricci - per la scienza eminente

fra i grandi di quell’epoca - fu “il Saggio d’Occidente”.

La carriera giuridica - il padre progettava

ma ideali più nobili - il giovane sognava,

perché il Divino Spirito - gli ispirava l’ardore

di diffonder tra i popoli - la luce del Signore.

Senza nessun indugio - il giovane Matteo

si diede tutto a Cristo - lasciando l’ ateneo.

Dei gesuiti nell’ordine - salpò verso l'oriente,

sei mesi durò il viaggio - per raggiunger la gente

della lontana India. - Per la sua formazione

teologica e scientifica - in quella sua missione

a Goa salì su in cattedra - divenne sacerdote,

però in Cina di giungere - pensava per vie ignote

Considerò un miracolo - l’ingresso in quell’impero.

Per rendere più amabile - il culto del Dio vero

in tutto uniformandosi - agli usi ed ai valori

di quell’immenso popolo - ne riscosse i favori.

Ecco il suo grande merito! - Dimostrò che il Vangelo

è luce, vita e lievito - sotto qualsiasi cielo.

Non mancano gli ostacoli - ma il suo zelo prevale

e può perfino accedere - al palazzo imperiale.

Ai dotti di quel popolo - rivela il mappamondo

e l’orologio a pendolo.- Un dono sì giocondo

della divina semina - in quella terra dura

facilita il germoglio - che ai nostri dì perdura.

Della sua vita al termine - fu unanime il dolore.

Del grande personaggio - lo stesso imperatore

una stele innalzandogli - pensò alla sepoltura

perché la sua memoria - restasse imperi tura.

Due simboli si notano - il Drago con la Croce

a lode dell’Altissimo - con una sola voce.

Nel quarto centenario

ciò dimostra la storia:

il grande missionario

è la più vera gloria

della sua Macerata,

da lui tanto onorata.

don Attilio Feroci