Che
cosa significa
temperanza?
Quando ero bambino
abbinavo in maniera strana la virtù della “temperanza” alla delicata
capacità di temperare bene le matite senza rompere la punta. In realtà
questa idea non era proprio sciocca, perché “temperare” significa disporre
bene qualcosa per il suo uso. “Temperamento” è la mescolanza delle doti di
un individuo; si parla infatti di buono o di cattivo “temperamento”. Il
clima “temperato” è proprio delle regioni nelle quali il freddo e il caldo
si accordano tra di loro. Da qui comprendiamo il senso generale del termine
“temperanza”, che è appunto la capacità di soddisfare con equilibrio e
moderazione i propri istinti e desideri (Catechismo della Chiesa cattolica
n. 1809). Alla temperanza, allora, sono collegate molte altre virtù più
facili da capire: dominio di sé, ordine e misura, armonia, equilibrio,
autocontrollo, sobrietà; tutti atteggiamenti assai importanti. Se l’uomo
seguisse liberamente il proprio istinto finirebbe per diventare schiavo
delle sue bramosie e delle sue passioni. Occorre, allora, un forte impegno
ascetico, cioè una sorta di ginnastica dello spirito, che alleni la volontà
e l’intelligenza ad evitare ciò che può nuocere loro. Questa educazione
della volontà è precisamente la virtù della temperanza.
Dove
si esercita la temperanza?
– Usando moderazione nel
mangiare e nel bere;
- Nel controllo degli
istinti sessuali;
- Nella ricerca di un
uso equilibrato dei beni materiali, in particolare del denaro;
- Nell’ ambire con la
giusta determinazione e coscienza nella ricerca dell’onore e del successo;
- Nel dominio
dell’irascibilità;
- La temperanza è
importante perché rende la vita bella e armonica.
La
sobrietà come stile di vita
L’espressione “stile di
vita” è frequentemente utilizzata per riferirsi a ciò che caratterizza
permanentemente ed in profondità il modo di vivere di una persona. Non si
improvvisa, non è fatto di episodi. E’ lo specchio visibile di un’etica
personale, di una visione dell’uomo. E’ la saldatura di tre elementi: una
spiritualità, una opzione fondamentale, una prassi quotidiana. Oggi la
Chiesa appare molto sensibile agli stili di vita e propone queste pratiche
umanizzanti: la Banca etica; il commercio equo e solidale, i bilanci di
giustizia, l’economia di comunione; l’uso di fonti energetiche rinnovabili;
la domenica come giornata di riposo. Ma più che per il significato
economico, la sobrietà è importante per il suo significato antropologico. In
effetti nella sobrietà si manifesta tutta la “premura per l’altro” partendo
da un “io” consapevolmente sobrio, un “io” che in questo modo si impegna a
“condividere” e a rispettare il “limite” rifiutando l’ebbrezza dei consumi,
dell’accumulo e del possesso. I nuovi stili di vita stanno diventando sempre
più gli strumenti che la gente comune ha nelle proprie mani per poter
cambiare la vita quotidiana e anche per poter influire sui cambiamenti
strutturali che devono accadere mediante le scelte dei responsabili della
realtà politica e socio-economica.
Obiettivi
1. Nuovo rapporto con le
cose: da una situazione di servilismo alla relazione di utilità, dal
consumismo sfrenato al consumo critico, dalla dipendenza all’uso sobrio ed
etico.
2. Nuovo rapporto con le
persone: recuperare la ricchezza delle relazioni umane che sono fondamentali
per la felicità e il senso della vita, costruire rapporti interpersonali non
violenti e di profondo rispetto della diversità, educare all’alterità non
come minaccia ma come ricchezza, superare la solitudine della vita urbana
con la bellezza dell’incontro e della convivialità.
3. Nuovo rapporto con la
natura: dalla violenza ambientale al rispetto del creato, dalla mercifi-
cazione della natura alla relazione con “nostra madre terra”, dall’uso
indiscriminato alla responsabilità ambientale.
4. Nuovo rapporto con la
mondialità: passare dall’indifferenza sui problemi mondiali alla solidarietà
e responsabilità, dalla chiusura e dal fondamentalismo all’apertura e al
coinvolgimento, dall’assistenzialismo alla giustizia sociale, dalle tendenze
nazionalistiche alla educazione alla mondialità.
Armando Trasarti Vescovo
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