Un
aiuto per Sofia
“La
forza della vita nella sofferenza”. È questo il titolo scelto dalla Cei per
la 31^ Giornata Nazionale per la Vita del 1° febbraio prossimo. Per
riflettere su questo delicato tema, vogliamo proporre una vicenda emersa a
Montelabbate di Pesaro, ma che sta facendo il giro d’Italia. Una “normale”
storia di una famiglia con un figlio disabile grave. Sofia Rondina è una
bellissima bimba di 7 anni che nel 2005 rimane affetta da tetraplegia
spastica. «Oggi non vede, non parla e non cammina – ci dicono mamma Patrizia
e papà Valter – mangia di tutto ma solo frullati. La sua vita è comunque
piena di impegni: va a scuola (2^ elementare - n.d.r.), al catechismo e alla
messa e fra 2 anni farà anche la Comunione. Poi c’è la riabilitazione. Due
volte alla settimana la piscina al Parco della Pace, l’ippoterapia a Villa
Fastiggi, l’ozonoterapia a S. Marino e la fisioterapia. Con Sofia lavora
anche un logopedista e un’educatrice».
Una speranza di miglioramento potrebbe venire da New York, ma per questo
occorrono 200mila Euro. E così, attorno ai coniugi Rondina, operai alla
Scavolini, si stringono tante persone, la parrocchia e gli amici in una gara
di generosità. I colleghi, d’accordo con la proprietà, rinunciano al cenone
aziendale di fine anno, scegliendo di donare quanto risparmiato. E la
solidarietà diventa mediatica. Internet e i giornali locali, radio e tv
giocano un ruolo importante nel sensibilizzare la gente. Durante le partite
della Scavolini basket e volley si raccolgono fondi; vengono coinvolti
personaggi noti come l’artista Giuliano Vangi, che dona 32 acqueforti, e
Paolo Cevoli di Zelig. La vicenda finisce anche su Rai Uno. In appena 1 mese
si raggiungono 100mila Euro che consentiranno a Sofia di andare negli USA,
per una prima fase della terapia.
Se gare di generosità come questa sorprendono e spiazzano l’opinione
pubblica, è altrettanto vero che il silenzio delle Istituzioni viene ormai
accettato come prassi. La legge 162/98 dovrebbe garantire e valorizzare la
famiglia dei bimbi disabili. Ma l’Associazione Bambini Cerebrolesi ha messo
in luce, di recente, «cosa non fanno per noi Stato, Regioni, Asl e Comuni»,
stilando una lunga lista di inadempienze: spese mediche non riconosciute,
tempo di cura "concesso" dal lavoro inadeguato, impossibilità di anticipare
l’età pensionabile...
E’ anche per tali carenze che tanti bambini come Sofia sono costretti ad
affidarsi a costose cure specialistiche all’estero. Un aspetto, anche
questo, per il quale servirebbe un maggiore interessamento mediatico.
Articolo di Roberto Mazzoli
Caporedattore Centrale “Il Nuovo Amico”
Settimanale interdiocesano di Pesaro-Fano-Urbino |