Dopo l’impeto primo
Solo tu
hai riempito
l’ora ormai secca
degli umori
che, al tempo dell’infanzia,
avevano dato le pulsazioni
ricche di vita e giovinezza
al mandorlo ancora in boccio.
Ma poi la solitudine
ha inaridito
l’impeto primo,
così come
il sole violento
asciuga la linfa
nel cuore degli steli.
Anche gli occhi non ebbero un moto
quando dal balcone
colsi l’odore acre
dell’erba ingiallita
nel tempo in cui, per tutti,
fiorisce il melo
e l’orto festeggia maggio
con tutti i suoi colori.
Ma tu, Madre Celeste,
m’hai preso per mano,
dolce e sorridente.
Allora nel cuore
c’è stato come uno sciogliersi
di neve
e son tornati i ruscelli
a mormorare
al tiepido vento.
Zeno Fortini
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Per Te, mio Dio
Un passerotto di montagna
Canta una allegra canzone
Per Te, mio Dio
Un rododendro profumato
Occhieggia tra il verde smeraldo
E manda i suoi olezzi
Per Te, mio Dio
Lassù, vette rosee acuminate
Sentinelle del gran museo della creazione
Vegliano potenti
Per Te, mio Dio
Il cuore stupefatto
Per il mistero che l’avvolge
Raccoglie queste voci montane
E le trasforma in lode
Per Te, mio Dio.
Piergiorgio Sanchioni
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