Il
mendicante
Anche lui era un giovane bello e forte
Ma un brutto destino ha cambiato la sua sorte;
per una improvvisa malattia della sua fidanzata,
in pochi giorni la sua bell’anima in Cielo era volata.
Non si è rassegnato a questo grande dolore,
pregava che a lui si fosse fermato il battito del cuore.
Addio al lavoro e ad ogni sua attività,
viveva da quel giorno in grande povertà.
Addio alla sua voce da cantante,
per un tozzo di pane tendeva la mano da mendicante;
cantava, un po’ stonato senza resa
da Padre Luigi nella sua piccola chiesa.
Si accontentava di un pezzo di pane e un bicchiere di vino
in via San Bernardino di Urbino
come dava al santissimo Crocifisso il piccolo Marcellino
Dopo aver cantato lode a Dio Gesù,
si ritirava nella sua capanna e non si vedeva più.
Intanto tanti anni con il tempo son passati,
ma per lui i ricordi dolorosi non sono volati;
mentre nella notte di Natale il Bambinello nasceva,
lui sotto la bianca neve moriva.
Il racconto dice che una misteriosa voce di un misterioso cantante,
levandosi dal cielo, una stella cantava:
“è morto per amore con la sua fede il povero Mendicante”
Edoardo Persi
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La corsa
La fanciulla scendeva veloce
dalla Piazza per la via dei Prepotenti.
Le piaceva battere gli zoccoli sul selciato,
sentire il rumore secco e sonoro,
lo scorrere dell’aria sul volto,
sui lunghi capelli scompigliati.
A quell’ora calda
la corsa era solitaria,
non incontrava nessuno,
ma percepiva lo sguardo indagatore
delle donne celate dalle persiane chiuse,
delle basse case antiche,
richiamate dal ticchettio della sua corsa.
Non sapevano che le pietre e le mura,
le sussurravano storie di:
dame e cavalieri,
amore ed odio,
perdono e rancori,
gioie e dolori,
generosità ed avarizia,
ricchezza e povertà,
della vita di chi vi aveva vissuto,
alimentando la storia del vicolo.
I racconti, sempre nuovi,
colpivano i suoi sentimenti,
scolpivano il suo cuore,
soffriva con loro per loro.
La fanciulla correva veloce,
lungo tutto il vicolo,
inebriandosi al rumore ritmato della corsa.
Non sapeva che fra poco,
ormai ragazza,
la sua corsa sarebbe finita
per dare inizio al cammino della vita.
Il destino la voleva lontana
dal paese che amava.
Sarebbe tornata per brevi periodi,
moglie e madre,
ma non avrebbe più corso
fino a sentirsi sfinire,
là in basso, al termine del vicolo.
Non avrebbe più potuto percepire
i racconti di chi l’aveva preceduta
sussurrati dalle pietre del suo vicolo.
Non sapeva che fra poco
sarebbe iniziata la sua storia.
Cesare Del Bosco
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Non disperare
Non disperare, povero cuore infranto,
Domani è domenica e c’è l’incontro con
Gesù.
Cosa di più bello potresti avere?
L’agnello s’è immolato
per te cuore ingrato.
Gesù ti ama e vuole essere amato,
non ti dice come al fico “che tu sia seccato”.
Il tuo cuore risorgerà
a nuova vita,
come Lazzaro che s’alza dalla tomba,
l’angelo custode sonoro suonerà la tromba,
che resusciterà tutti i disperati:
“oh voi che siete desolati ed oppressi,
cacciate di dosso ogni cattivo pensiero,
perché la mia croce è dolce
e il mio giogo è leggero”.
Zeno Fortini
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Il sapere del sole
Rise a squarciagola l’anziana signora,
alla affermazione che l’avrei piantate,
per quando sarà crescita,
tu non ci sarai più.
Anni addietro,
ad alcuni ulivi diedi spazi,
ora giovanotti,
nel prendermene cura,
in me v’è tutto di quella esperienza,
memoria,
senso della crescita,
continuazione,
idee, passioni, mutamenti, amori,
il mondo ho toccato in quei virgulti.
Arricchente,
sono momenti in cui la misura
può entrare,
si percepisce,
ti chiede di essere terra,
seme,
universo,
luce.
Lucio Canestrari |