Il
mio canto
Il mio canto è un canto di poca voce,
stritolato come una piccola noce,
la mia voce è finita,
nel mio cuore porto una ferita.
Cerco di vivere con un poco di serenità,
ormai giunto alla terza e quarta età.
Perciò, anche stonato, canto sommessamente,
circondato da chi mi vuole bene, tanta brava gente.
"Noi ti ascoltiamo, séguita a cantare
alza la tua voce, canta con il cuore"
incoraggiato da queste belle parole
seguito a cantare per la mia chiesa e piccole scuole.
Una bimba del mio palazzo, Beatrice
sorridendo canta per me, "Nonno mi dice:
“canta le vecchie canzoni qua e là
così fai felice anche Mamma e Papà”.
Per far contenta figlia genitori, canto questa qua.
"Mi sono fatto il bagno nel ruscello,
lero lero, come quel giorno bello,
mi sono messo l'abito della festa,
lero lero, con il cappello in testa...
Canto sull’autobus, che sa dove devo andare, in quella fabbrica a
lavorare,
entrando in direzione con me canta anche il direttore,
cantano pure i colleghi, una quarantina,
con questo coro si potrebbe fare un'orchestrina.
Canto di notte lungo il fiume,
al chiarore della luna che mi fa luce.
Canto pure sulla vicina Montagna
con i miei amici animaletti, nessuno si lagna.
Prendo il treno senza direzione né fermata
perché lui sa di portarmi dalla mia amata.
Vola in alto il mio amico treno senza rumore
finché si ferma dal mio unico amore
Sono giunto in alto, tanto alto che non vedo
più il mio paese, le case, la mia via,
ringrazio il cielo e canto gioiosamente
di Shubert l’Ave Maria.
Avemaria....
Edoardo Persi
Sorgente d'acqua viva
Quanto si starebbe bene nel mondo
se non vi fossero le malattie,
della morte non sapere neanche l'esistere,
non più guerre, assieme in accordo,
consorzi traboccanti, senza nello stomaco
languori dei voler comprendere,
lo sappiamo, siamo figli dei Dio in cielo.
Vivremmo, conoscendo i nonni senza cognome,
sorelle, cugini pronipoti, tutti assieme,
non sarebbe come oggi,
se a un bambino cade il ciuccio,
per andare oltre, raccoglierlo lavarlo e porgerlo,
genitori,
fanno il conto per sapere chi debba muoversi.
Ci alzeremmo tutti, dal trambusto,
spinte, pestoni, dall'insulto alle mani,
in quell’istante, l'embrione anima pulserebbe.
Lucio
Canestrari
Maestro, io vengo a te
Ho ripreso il cammino
lungo la strada
che avevo smarrito
tanti e tanti anni fa
per il tanto incespicare
fra boschi di rovo
e ciottoli acuminati.
E sono tanti e tanti anni
che vengo a Te
per incontrarti
nel momento supremo
in cui il Tuo Amore
mi abbraccia
e forte
mi stringe al cuore.
Eppure sento malfermo
il piede
quando vorrei
inerpicarmi
come lo scalatore ardito
che guarda
alla punta alta
che tocca il cielo.
Ma nel silenzio della nicchia
dove la fiammella arde
davanti a te che sei
l'Ardore che s'accende
nei cuori spenti,
sento che finalmente
m'hai preso con Te
nella tua schiera
che va per le piazze
a dire che la sola parola vera
è quella tua.
E allora dico anch'io:
"Maestro,
qui vengo ogni giorno
perché Tu solo
sei Fonte Viva
che quando l'arbusto
perde il morbido verde che lo protegge
e principe lo fa tra gli arboscelli,
perché ormai
non lo feconda più
il sole malsano dei tramonti,
ridà la linfa che dà vita.
E allora torna il virgulto a splendere nel prato,
fresco di foglie
nel fulgido mattino.
Zeno
Fortini
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