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Russia: appunti di un viaggio

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Non è difficile trovare voli economici, se si cerca bene, anche per destinazioni insolite, basta pensarci con adeguato anticipo. Io l'ho fatto, e con duecento euro ho raggiunto la mia destinazione insolita: Mosca, ancora più strana perché ci sono stata in luglio, allontanandomi dal sole della nostra meravigliosa terra. In realtà sono corsa dietro al giorno e ho guadagnato due ore di preziosa vita, volando verso est, poi purtroppo perse al controllo passaporti in aeroporto... pazienza! Ma ne è valsa la pena, è stato uno dei più bei mesi della mia vita, un premio, dopo il primo anno di università, che meglio non poteva andare. E' stato un sogno durato ventiquattro giorni, dal due al venti sei luglio, sospeso tra la stupenda metropolitana moscovita, la campanella delle lezioni estive al collegio, nuovi amici da tutto il mondo, lunghe serate in compagnia e infinite camminate per la capitale del paese più grande del mondo. Un'esperienza che mi ha fatto guadagnare due nuove care amiche (italiane) e non mi ha risparmiato da nuovi orizzonti né da cose di solito al di fuori dai nostri occhi, come veder tramontare il sole a mezzanotte, farsi giorno alle quattro e mezza, o una splendida veduta della Piazza Rossa alle sette del mattino, con l'umidità che punge le ossa.

Mosca è proprio la città delle contraddizioni, anche spesso difficili da sopportare: vedere la povertà alla tua destra e la ricchezza alla tua sinistra, attraversando la strada, o uscendo dalla metropolitana. dove gente cerca di vendere la frutta e la verdura che coltiva nel suo orto, magari appena fuori lacittà, dove già si vive ne]]e baracche e dove non brilla più nessun megaschermo pubblicitario con qualche famosa marca di profumo, ma solo i segnali autostradali che conducono alla città, dove i salari si triplicano e dove ogni giorno migliaia di lavoratori pendolari si dirigono, per guadagnare ciò che li fa vivere degnamente in campagna, ma che non basterebbe per mezzo mese nella metropoli. Come si può definire un uomo che parcheggia la sua macchina, un modello da noi esistente quaranta anni fa, dietro a una Mercedes ultimo modello? Povero? Questo è quello che mi ha turbato più di ogni altra cosa, come è possibile? Sembra riduttivo, ma là, è proprio l'auto lo specchio di quello che sei e guadagni, e non esiste una via di mezzo, il problema più grande del1a Russia di tutti i tempi, non esiste la classe media, neppure oggi. Eppure si rinnova la continua rincorsa all'occidente, cercando di rincorrere il tempo perduto...

Altri aspetti mi hanno profondamente turbato, fino al limite di una ulteriore sopportazione: metal detectors e polizia, tanta, ovunque, sempre, in ogni situazione, perfino a teatro, all'ingresso e all'uscita della metropolitana, minimo due dappertutto e qual è la sensazione? Essere protetti? Tutt’altro. Due mie amiche sono state fermate dalla polizia: non avevano attraversato sulle strisce pedonali. Per questo volevano far loro la multa, dopo la richiesta di routine dei documenti e visto di soggiorno. Le hanno fatte salire sull'auto per portarle in caserma, ma era solo una scusa: le hanno portate in un quartiere isolato e hanno chiesto loro i soldi della multa, se no ce le avrebbero portate veramente, loro hanno pagato, circa trenta euro e le hanno lasciate andare: erano terrorizzate.

L'impressione riguardo a Mosca è stata inoltre, di una disorganizzazione per il turismo, io ho avuto una pessima esperienza che mi ha fatto veramente arrendere: quando è stato il momento di visitare il Cremlino, arrivata all'ingresso, ai due metal detectors, la guardia non mi ha fatto entrare perché avevo lo zaino, semi vuoto; la cosa buffa, è che solo perché aveva la forma di zaino! Esattamente grande come la borsa della mia amica, che però è a forma di borsa! Non fa una piega... San Pietroburgo mi è sembrata invece molto più preparata a riguardo, addirittura una guida in un famoso palazzo parlava in inglese! Non è molto solito, a Mosca non si trovava facilmente gente che lo sapeva. Questo non è da sottovalutare, perché nonostante siano solo quattro ore di volo, queste ti portano in una terra lontana dai nostri metri europei, la diversità si sente, e si vede, soprattutto nella lingua: ormai la globalizzazione, soprattutto in una capitale, ha portato il nostro alfabeto anche là, ma è solo una amara comodità, molte cose non le intendi, in cirillico.

Avrei voluto vedere un po' meglio la 'vera' Russia, quella delle campagne. Per ora ho vissuto solo quella 'di città. Oltre a Mosca, con otto ore di treno, una notte a dormire nelle cuccette di una economica terza classe, sono arrivata fino a San Pietroburgo, con le mie due amiche italiane e due nostri amici polacchi. Città giovane, ha appena trecento anni, stupenda, luminosa. risplende sulle acque del fiume Neva, è romantica. Sulle stesse acque si rispecchia un tiepido sole che degna di sé questa ‘Venezia del Nord’ perfino di notte, infatti all'inizio di luglio c'erano ancora la notti bianche; per lo stesso motivo a Mosca a mezzanotte era ancora giorno. Non appena il sole se ne và, si sente che siamo quasi alla stessa latitudine di Helsinki, sul mar Baltico, è molto freddo. Senza dubbio, è una città splendida, sfarzosa, ma non ha il fascino della capitale, non si sente lo stesso odore di storia che esala da Mosca, secoli e secoli; non si provano le stesse emozioni: vedere per la prima volta la Piazza Rossa, non è come passeggiare nella di fronte all'Hermitage, il famoso museo. seppure bellissimo. Allo stesso modo, camminare nella sontuosa e appena ristrutturata reggia estiva di Caterina la Grande nei dintorni di San Pietroburgo, non mette la stessa soggezione di passeggiare lungo le mura del Cremlino.

Gli ultimi giorni sono stati un po' critici, non essere preparati ad affrontare un mondo diverso, influisce molto sulla sopportazione di esso per un tempo prolungato.. alla fine mi ero un po' stancata, mi mancava l'Italia. Ma devo essere sincera, prima di prendere l'aereo, ho pianto. 

Irene Patregnani